Come diventare ingegnere freelance: studi e possibilità

A chiedersi come diventare ingegnere freelance sono sempre più persone. Siamo circondati di osservazioni e riflessioni sulla crisi del mercato del lavoro. Ma se iniziassimo a raccontarci che non è una crisi senza soluzione ma un grande momento di cambiamento forse le cose cambierebbero. È vero: i tassi di disoccupazione sono alle stelle. Le difficoltà nel trovare lavoro si manifestano sia per gli studenti di ingegneria che per quelli delle materie umanistiche. Forse un tempo non era così. Ma ora che ci troviamo di fronte alle criticità di questo momento storico è tempo di guardare oltre e costruire nuove realtà professionali. La strada della libera professione è una di queste.

Ingegnere libero professionista: le nuove strade

apertura partita iva ingegnere

Mentre un tempo era il posto fisso l’ambizione dei laureati della maggior parte di facoltà, adesso quella del freelance è una posizione sempre più in crescita. Ovviamente uno dei settori specifici in cui si registra un incremento dei percorsi professionali autonomi è quello delle tecnologie e di internet, con un gran numero di esperti di IT e ingegneri che dimostrano quanto sia ancora in aumento la domanda di questa fetta di mercato.

Anche grazie alle nuove tecnologie e alle opportunità fornite dalla rete lavorare come ingegnere freelance non è così difficile. Sono sempre più numerose le piattaforme specializzate nella connessione tra domanda e offerta nel mondo del lavoro, anche nel campo dell’ingegneria. E i lavori per cui è richiesta o scelta la libera professione sono sempre di più, scardinando la convinzione che ci fosse un solo modo per intendere e gestire un ruolo professionale.

È interessante notare come le statistiche e i dati forniscano una panoramica che mette in luce un dettaglio in particolare. Le ricerche stabiliscono che ci sono due grandi aree in cui crescono le partite IVA e le ritenute d’acconto. Da un lato quella su cui abbiamo già messo l’attenzione, connesso al mondo tecnologico e ingegneristico, dall’altro quello artistico e creativo.

Si afferma la necessità di personale competente in discipline tecniche e in discipline creative, ma non solo. Ecco una lista di quelle che sono le categorie in via di affermazione nel campo della libera professione:

  • Esperti di contabilità e finanza
  • Responsabili della sicurezza
  • Consulenti organizzativi
  • Traduttori e interpreti
  • Giornalisti
  • Consulenti di marketing

Se ti stai chiedendo come diventare ingegnere freelance nella tua regione sappi che in Puglia non si è ancora verificata un’impennata delle libere professioni, che ancora stentano a prendere piedi. Le motivazioni sono tante e diverse. Ma si stima che l’aumento positivo, registrato soprattutto nelle regioni del nord come Lombardia e Piemonte, avrà un effetto contagioso sul resto della penisola. Ma prima di verificare qual è l’iter per lavorare come ingegnere scegliendo la strada della libera professione è doveroso comprendere meglio quali sono le differenze tra free lance e liberi professionisti.

Ingegnere freelance o libero professionista?

Il dubbio sorge spontaneo soprattutto a coloro che non fanno parte della categoria, ma probabilmente tu lo sai già. Soprattutto se sei fresco di laurea discussa alla facoltà di ingegneria e hai avuto il tempo di immaginare e prevedere il tuo futuro professionale ora che hai chiuso con l’accademia. Si può diventare ingegnere freelance se con questo termine intendiamo semplicemente quello che ci siamo detti fino ad ora: intraprendere il percorso lavorativo in maniera indipendente senza l’intermediazione e la subordinazione di un datore di lavoro. Senza essere dipendenti. Ma ufficialmente il termine freelance indica i professionisti non registrati a nessun albo. I lavoratori che non fanno parte di una categoria precisa gestiscono autonomamente la propria previdenza e possono solitamente provenire da ambienti universitari e da formazioni diverse. Non ci sembra che gli ingegneri rientrino in questa categoria. Quindi possiamo dedurre che affermare di voler diventare ingegnere freelance significa in pratica diventare ingegnere libero professionista, senza vincoli di subordinazione, formalizzati da un contratto, ma con l’iscrizione all’albo di categoria.

Entrambi però, sia free lance che liberi professionisti è la gestione del fisco. Entrambi hanno autonomia, indipendenza, libertà personale d’iniziativa e di organizzazione, ma anche responsabilità da assolvere nei pagamenti delle tasse sui redditi emessi, entrambi allo stesso modo, al di là del mestiere che svolgono.

Lavorare come ingegnere a partita IVA: come iniziare

L’ansia che assale chi si avvicina al lavoro da libero professionista è quella delle tasse. La prima domanda che viene fatta è: quanto costa aprire partita IVA e a quanto ammontano le tasse. Ovviamente tutte le risposte che si possono dare sono personali, e dipendono dalla situazione economica e lavorativa che il professionista va creando.

Come prima cosa i laureati prima di svolgere la professione di ingegnere devono aver conseguito la laurea e l’esame per l’iscrizione all’Albo degli Ingegneri. A seguito dell’esame di stato ci si può iscrivere all’Ordine, seguendo una distinzione:

  • Ingegneri laureati alla magistrale
  • Ingegneri laureati alla triennale

Ma non è l’unica distinzione da fare, un’altra divide gli ingegneri a seconda della loro specializzazione. Molto probabilmente stai già pensando alla tua scelta o l’hai già fatta prima di iscriverti al corso di laurea in ingegneria meccanica, elettronica, civile o gestionale. Per quanto riguarda l’albo, ci si divide in queste quattro macroaree:

  • Ingegneri civili
  • Ingegneri ambientali
  • Ingegneri industriali
  • Ingegneri dell’informazione

Per quanto riguarda i costi non c’è una cifra valida per tutta Italia e per tutte le macroaree, anzi variano sensibilmente proprio a seconda di queste caratteristiche.

Aprire partita IVA e scegliere un regime fiscale non è così difficile, sicuramente all’interno dell’albo avrai modo di ottenere maggiori informazioni su qual è il regime che fa al caso tuo e della tua professione e su quale commercialista contattare per farti seguire nell’espletamento di tutte le pratiche di avviamento e di gestione annuale.

Perché lavorare come ingegnere libero professionista?

ingegnere libero professionista

Ma quali sono i vantaggi nel gestire la professione autonomamente? Molte persone temono che visti i tempi che corrono sia una scelta rischiosa, eppure come abbiamo dimostrato e sottolineato nell’introduzione non è esattamente così. Lo confermano i dati incoraggianti. Sono moltissimi gli ingegneri che hanno preferito la strada della libertà piuttosto che un incarico da dipendenti, molti ingegneri civili ed edili, soprattutto. Come mai?

Le testimonianze fanno emergere un dato interessante: molto spesso capita ai professionisti di ricevere richieste come consulenti esterni, lavori che spesso non possono essere accettati per ragioni di tempo e di concorrenza. Inizialmente il salto nel vuoto può spaventare, ma la situazione economica di coloro che hanno preferito aprire partita IVA è incoraggiante, la domanda cresce e il livello dei guadagni se non rimane invariato cresce anch’esso.

Tra i vantaggi dobbiamo inserire non solo ragioni economiche, ma anche personali. Chi si butta in questa esperienza si mette in gioco, affina la propria fiducia in sé stesso, aumenta le competenze comunicative e di promozione delle proprie abilità. Non solo. Chi sceglie di lavorare così riesce nel corso del tempo a ottimizzare il lavoro fino a portare avanti soltanto le cose che preferisce, gli incarichi che rispondono alle preferenze individuali, quelli maggiormente stimolanti. Questo garantisce anche una scalata professionale più rapida.

I giovani ovviamente hanno più possibilità e meno rischi. Non stiamo consigliando agli ingegneri affermati di mollare tutto e dedicarsi a un’attività da gestire in proprio magari senza la grinta e l’intraprendenza che può caratterizzare un momento di vita maggiormente libero e spensierato. Ma non sono rari i casi di professionisti di livello che hanno scelto di invertire la rotta della propria carriera continuando a raccogliere fruttuosi successi, sfide e stimoli.

Ma ci sono dei lati o degli aspetti negativi? Sì, non possiamo negarlo. Però non sono quelli che molti credono, legati a una presunta precarietà economica, no davvero. Il lavoro c’è, anche in Italia. Ma il problema resta una precarietà economica che può aleggiare sul professionista, a causa della pressione fiscale, ma anche e soprattutto a causa della scarsa puntualità con cui le aziende a volte pagano.

Un altro aspetto da considerare in questo caso è l’assoluta necessità di abilità diplomatiche. Comunicare e gestire la relazione in modo intelligente e aperto non è da tutti. Ma se senti di avere la stoffa per questo allora puoi intraprendere sicuramente una sfida altamente interessante.


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