Cos’è il Metodo Steiner? Definizione e caratteristiche
Il metodo Steiner nella sua accezione pedagogica prende il nome di pedagogia Waldorf. Si tratta di un metodo educativo basato sul pensiero di Rudolf Steiner a partire dal 1919. L’approccio educatio si prende cura dei bambini per un tempo che va dall’età precedente l’asilo fino ai diciotto anni, andando a coprire l’intero arco dell’infanzia, adolescenza e post adolescenza. Steiner oltre ad essere un pedagogista era un filosofo, famoso per aver fondato il pensiero che prese il nome di antroposofia e che ispirò molte altre discipline, dando vita alla medicina steineriana e, appunto, anche alla pedagogia Waldorf.
Metodo steineriano: in cosa consiste?
Forse gli studenti di Scienze della formazione a Foggia ne hanno già sentito largamente parlare nel corso dei loro studi, o forse no. In realtà in Italia la pedagogia steineriana non ha attecchito tantissimo, e le scuole presenti sul nostro territorio nazionale sono soltanto trentuno.
Ma come si occupano di educazione e come declinano il metodo Steiner?
Uno dei primi importanti concetti è quello dell’antropologia evolutiva, che racchiude il profondo senso olistico di questo pensiero. Il fine ultimo della pedagogia dev’essere l’evoluzione del bambino. Vengono meno, dunque, gli aspetti professionali e le imposizioni per ottenere il raggiungimento di un ruolo.
Per tale motivo un altro degli aspetti rilevanti del metodo steineriano è l’interesse per le materie artistiche, creative e artigianali. Lo spazio lasciato all’insegnamento delle materie classiche non deve togliere o soverchiare l’insegnamento e il tempo lasciato per curare e sviluppare gli aspetti espressivi del bambino.
Altre caratteristiche del metodo Steineriano
Sicuramente ci sono delle similitudini o dei punti in comune con il metodo montessoriano, ed entrambi possono rivendicare il fatto di aver finalmente posto le basi per nuovi approcci, più sensibili, aperti ed empatici nei confronti del mondo dell’infanzia.
Il professor Steiner credeva che i bambini dovessero sperimentare il contatto con un mondo permeato dalla fantasia, senza per forza interfacciarsi con il mondo reale. Forse questo aspetto rappresenta una delle prime differenze tra Steiner e Montessori. La pedagogista italiana mise a punto un metodo improntato sul confronto del bambino con gli aspetti pratici della realtà, anche se comunque nel rispetto delle sue inclinazioni. Per fare un esempio pratico possiamo ricordare che nelle scuole steineriane i bambini non sono sottoposti ad attività didattiche basate sull’apprendimento della scrittura o della lettura fino ai sette anni, mentre nel metodo montessoriano si impara a scrivere molto presto.
Un ulteriore elemento di differenza tra la pedagogia steineriana e quella montessoriana è l’importanza, secondo Steiner, che i bambini condividessero l’ambiente e gli interessi con i coetanei, mentre per la Montessori era più importante e arricchente che i bambini sperimentassero l’ambiente delle classi miste, perché i bambini apprendessero gli uni dagli altri.
Come funziona la scuola Steineriana
La scuola steineriana ha una lunga storia che affonda le sue radici nel 1919 data della prima istituzione di un progetto educativo con questo approccio: la Libera Scuola Waldorf. Il nome Waldorf è da imputare al fatto che la scuola venne fondata per i figli degli operai della fabbrica Waldorf-Astoria, dall’industriale Emil Molt. Fu Rudolf Steiner a impostarne i principi, che da allora si diffusero in tutta europa, con particolare attenzione nel mondo germanico a anglosassone.
Steiner suddivise la vita del bambino e il suo sistema pedagogico in tre fasi, corrispondenti a un settennio di vita del bambino:
- primo settennio (0-7 anni)
- secondo settennio (7-14 anni)
- terzo settennio (14-21)
Nel primo settennio il bambino sviluppa tre facoltà: posizione eretta e capacità di camminare, parole ed espressione di sé. Nel secondo settennio sviluppa l’emozione e i sentimenti che possono essere espressi tramite l’arte, come suggerisce il metodo steineriano. Il terzo settennio il bambino sviluppa pensiero astratto e capacità di giudizio autonoma.
Sulla base di questa suddivisione la scuola steineriana ha costruito un approccio pedagogico finalizzato all’evoluzione di queste diverse fasi di età, nel tentativo di sviluppare e accrescere le abilità potenziali in possesso del bambino.
Nel primo settennio i bambini sono accolti in quelli che vengono chiamati giardini di infanzia, nella protezione di un’atmosfera calda e familiare, dove gli stimoli sono volti a fare in modo che il bambino esprima la sua fantasia e creatività, tramite l’utilizzo di materiali semplici e oggetti di uso comune. L’esplorazione del mondo è aiutata dall’imitazione e dal movimento.
Il secondo settennio il bambino comincia a frequentare la vera e propria scuola, le classi sono suddivise e i cicli che vanno dal I all’VIII anno. I programmi sono basati sul ritmo e l’arte (un concetto molto importante per l’educazione di Steiner) e l’insegnamento è veicolato da una sola figura: il maestro di classe, che fa da guida dall’infanzia fino all’inizio della pubertà.
Infine, nel terzo settennio, i ragazzi entrano al liceo dove le materie tradizionali previste dalla scuola sono affiancate da economia, topografia, agricoltura e materie simili, finalizzate all’accrescimento dell’interesse del futuro uomo verso l’ambiente e il mondo circostante.