Partita IVA comunitaria: che cos’è e come funziona
La partita IVA comunitaria serve a chi vuole stabilire rapporti di tipo commerciale con aziende e/o liberi professionisti dell’Unione Europea. I confini si allargano e il mondo dell’economia diventa più ampio e complesso. Ecco un articolo per comprendere quali sono le procedure per l’avvio di un regime fiscale comunitario.
Aprire partita IVA comunitaria
Sei un piccolo artigiano? Hai un’azienda che produce prodotti regionali e vuoi allargare il tuo business all’estero? Non sei l’unico. Sempre più giovani e non stanno riscontrando un andamento maggiormente positivo del proprio business in paesi fuori dall’Italia, e questo li spinge a scegliere di aprire partita IVA comunitaria. Infatti prima di decidere di inviare merce in altri paesi bisogna accertarsi di rispettare il regolamento vigente. Dopo aver formalizzato la tua posizione puoi operare in tutti i paesi dell’Unione. Un bel vantaggio, davvero.
La partita IVA comunitaria quindi permette di inviare ma anche ricevere denaro e scambio di merci e/o servizi, regolamentando flussi in entrata e in uscita. Vendita e acquisto tra operatori all’interno del territorio UE sono ufficialmente concessi.
Il funzionamento di questo regime fiscale è legato all’immissione all’interno del Vat Information Exchange System, il VIES, una banca dati che raccoglie e registra gli scambi tra i diversi operatori. Ma vedremo le differenze tra partita IVA comunitaria e VIES più avanti. Nel prossimo paragrafo vogliamo concentrarci su quali devono essere i requisiti in possesso di coloro che vogliono avviare questo tipo di attività fiscale.
- Soggetti che operano in attività imprenditoriali, artistiche e professionali, sul territorio di uno Stato comunitario, ove hanno istituito una stabile organizzazione e desiderano operare con l’estero
- Soggetti non residenti che presentano la dichiarazione d’identità ai fini IVA o che nominano un rappresentante fiscale per la propria identificazione
Detta in soldoni (per usare termini mutuati dall’economia) per tutti i rapporti di scambio commerciale che avvengono tra operatori di diversi paesi dell’Unione Europea. La partita Iva comunitaria sarà sempre più richiesta dai giovani professionisti e dalle aziende.
Partita Iva europea: come richiederla
Stai per iniziare la tua attività da libero professionista? Allora fin dai primi passi nella regolamentazione della tua attività puoi aprirti alla possibilità di intraprendere “operazioni comunitarie” compilando lo specifico campo contrassegnato con queste parole all’interno del modello AA7 (valido per soggetti diversi dalle persone fisiche) e quello AA9 (se sei un lavoratore autonomo o risulti come ditta individuale). Chi ha una partita IVA di tipo nazionale già aperta e vuole cambiare i parametri per allargare il raggio di azione può richiedere semplicemente l’iscrizione al VIES, tramite un servizio telematico dell’Agenzia delle Entrate, che può essere richiesto anche tramite un intermediario a cui viene affidata la delega.
Mentre prima era necessario recarsi fisicamente all’ufficio dell’Agenzia più vicino adesso è possibile inoltrare la richiesta in qualsiasi momento, o ancora inviarla tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. Ricordiamo che è necessario anche comunicare l’interruzione dei rapporti con l’estero, con le stesse modalità, sempre con invio telematico della comunicazione in cui si esplicita di rinunciare all’inclusione all’interno del VIES.
Cosa comporta la partita IVA europea
Chi apre la partita IVA comunitaria o chi ha aperto quella nazionale e poi ha richiesto l’iscrizione al VIES deve assolvere determinati obblighi. Innanzitutto deve presentare il riepilogo delle operazioni in entrata e in uscita che effettua con gli altri Stati. Se i riepiloghi dovessero risultare mancanti per tre mesi di seguito l’operatore o il libero professionista verranno esclusi automaticamente dal sistema.
Non lasciarti prendere troppo dall’entusiasmo. È bello fare affari, soprattutto all’estero. Ma se sei alla prima esperienza magari potresti sottovalutare alcuni rischi. Cerca di valutare bene le tue mosse e di informarti sempre a sufficienza rispetto all’iter che devi scrupolosamente seguire. In primis è opportuno informarsi su chi sono gli operatori con i quali interagisci e se loro stessi operano nel rispetto delle regolamentazioni comunitarie. Anche se può rivelarsi lungo e noioso ricordati sempre di verificare prima di accettare o inviare scambi.
Prima di tutto dovrai accedere al servizio di controllo che offre l’Agenzia delle Entrate o a quello della commissione europea che racchiude tutte le partite Iva comunitarie. Inserendo i dati dell’operatore in questione puoi ottenere in tempo reale un riscontro positivo o negativo rispetto all’assoluzione degli obblighi comunitari da parte dell’operatore. Un servizio utile per non incappare in guai per eccesso di buona fede.
Differenza tra VIES e partita IVA europea
Lo abbiamo già accennato nei paragrafi precedenti. Il VIES non è un regime fiscale comunitario, ma una sorta di banca dati. Per intraprendere operazioni intercomunitarie è necessaria la partita IVA, una sigla composta da 11 numeri che identifica in modo unico il ruolo fiscale e la posizione di un libero professionista, definibile anche contribuente, o una persona giuridica, per utilizzare termini specifici della giurisprudenza. Aprire la partita Iva è obbligatorio per tutti coloro che superano i 5.000 euro di reddito e coloro che fanno parte di un albo professionale.
La procedura che dà diritto al codice e che quindi sancisce il passaggio al regime fiscale comunitario implica anche l’iscrizione al VIES, un archivio informatizzato a livello europeo, che raccoglie tutte le informazioni relative agli scambi di tipo finanziario-amministrativo tra Stati membri dell’Unione Europea. Tutti coloro che hanno ottenuto un codice identificativo Iva ed effettuano operazioni commerciali intra comunitarie vengono tracciati dal VIES. L’iscrizione al sistema è gratuita. Può essere anche effettuata in un secondo momento tramite intermediari o direttamente.
Fortunatamente l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione on line un servizio per i professionisti con partite IVA comunitarie. MA non tutti hanno ben chiaro come funziona il sistema e per questo preferiscono rivolgersi a qualcuno che se ne intende di economia.
Gli sbocchi professionali nel mercato europeo
Dobbiamo ammettere che per fiondarsi sul mercato a livello europeo serve una certa dose di intraprendenza. E che a volte l’intraprendenza non basta e serve una certa dose di conoscenza. Farti affiancare da una persona che ha studiato economia o scegliere tu stesso di intraprendere una formazione di questo tipo può permetterti di avere ulteriore materiale per conoscere il mercato e sapere come muoverti senza commettere passi falsi.
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- Studiare da casa e gestire il proprio tempo
- Non rinunciare né allo studio né al lavoro
- Non dover impiegare tempo nelle prassi di tipo burocratico
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