Studiare qualcosa che non ci piace: come fare?
Quando dobbiamo per forza studiare qualcosa che non ci piace accampiamo centinaia di scuse per allontanare in ogni modo la materia tanto detestata. Ma non si può evitare del tutto. Gli esami sono lì, inesorabili e non rimandabili all’infinito, che ti guardano dal libretto universitario con sguardo truce e minaccioso. Cosa intendi fare? Siamo qui per darti qualche consiglio su come affrontare le materie difficili o gli argomenti per cui non provi interesse. Non risolveremo del tutto il problema, non possiamo estirpare il problema alla radice ma possiamo contribuire a rendere meno terribile la tua sessione di studio.
Studiare quando non si ha voglia
Esistono diversi tipi di ostacoli che si possono incontrare lungo il percorso universitario. Esami che non ci piacciono, oppure programmi d’esame abbastanza interessanti ma che dobbiamo studiare quando non si ha voglia, magari perché si è stanchi o in un periodo di scarsa motivazione.
Quando si presentano queste due evenienze si è comunque costretti ad assumersi le proprie responsabilità e a studiare, nel bene o nel male.
Per ottimizzare questa esperienza e renderla meno terribile si possono adottare delle strategie, finalizzate ad innalzare l’interesse nei confronti di una materia, o a cambiare punto di vista riguardo. Oppure, semplicemente delle tecniche che rendono lo studio più efficiente, rapido e risolutivo. Vediamo insieme quali possono essere le varie soluzioni.
Circondarsi delle persone giuste
Siamo esseri sociali, facilmente influenzabili, figli di una cultura, appartenenti a diverse comunità Tutti questi legami svolgono una funzione importantissima di supporto e di scambio, ma possono in egual modo modificare negativamente il nostro approccio nei confronti dello studio.
Quest’evenienza si può manifestare soprattutto nei casi in cui le persone che frequentiamo o che ci circondano non mostrano entusiasmo per ciò che facciamo, sono pessimiste e svogliate e riversano gli effetti di questo atteggiamento su di noi.
Se dalle persone intorno a noi non respiriamo un modo di guardare alle cose positivo e costruttivo è abbastanza scontato che anche noi saremo tentati dal lasciarci andare al pessimismo cosmico e vedremo le cose ricoperte da uno strato di bruttezza. L’esame di economia tanto temuto? È un macigno insormontabile, una tortura cinese, una sentenza di morte. Quel manuale di storia della psicologia? Un tomo di maledizioni in aramaico, una preghiera satanica. E tutto ti spinge verso il baratro della negatività, costringendoti a prendere le distanze dai tuoi doveri, ma soprattutto negandoti con forza quel margine di positivo interesse con cui ci si può rivolgere davvero a tutte le cose. In fin dei conti parliamo di università, di formazione, di apprendimento, c’è sempre qualcosa di utile da assimilare.
Fai un rapido check delle persone che frequenti, dei tuoi colleghi universitari e degli amici, e scegli di frequentare e concentrarti soprattutto su coloro che sono disposti a condividere con te un approccio sereno e propositivo allo studio.
Studiare qualcosa che non piace e renderlo interessante
Ok, è vero, un esame non è esattamente una cosa da niente. Pretende e richiede giorni di studio, libri da leggere e sottolineare, focus ed energia mentale da investire in gran quantità. A volte si impiegano settimane a preparare un esame. Ma proprio per questo è indispensabile maturare un atteggiamento capace di rendere la materia interessante e non restare ancorati all’idea che sia semplicemente una palla al piede.
Gli studiosi di psicologia sanno bene che si ottengono numerosi vantaggi nel cercare di trovare il modo per valorizzare ciò che si studia, perché il cervello mobilita pensieri positivi che contribuiscono a:
- Memorizzare più facilmente
- Annoiarsi di meno
Capita spesso di imbattersi in persone che non sono capaci di apprendere con rapidità concetti inerenti una materia che non trovano allettante, ma che sono dei campioni nella memorizzazione di numerosi dati e informazioni riguardanti argomenti che hanno maggiormente a cuore. È abbastanza scontato. Come il fatto che il tempo passato sui libri sembra scorrere più velocemente se lo si trascorre senza frapporre un convincimento dell’inutilità di quanto si sta studiando.
Il parere degli esperti
Se chiedi a qualcuno che odia le materie matematiche quanto è bello studiare per l’esame di Analisi I siamo certi di conoscere già la risposta. Abbiamo già detto prima dell’importanza di circondarsi delle persone con la giusta attitudine. Per studiare quando non si ha voglia si può ricercare la motivazione direttamente da chi ce l’ha in abbondanza.
Fortunatamente i social ci offrono strumenti istantanei, veloci e interattivi, per trovare subito ciò di cui abbiamo bisogno. E sui social (ma non solo) ci sono tante persone che hanno dedicato la loro vita (o buona parte di essa) ad approfondire i temi che suscitano il tuo rifiuto. Strano, eh? Non tutti la pensano come te, c’è anche chi trova super interessante una materia ostica.
Spiegano e comunicano in modi diversi dai tuoi professori, hanno metodi comunicativi freschi e piacevoli, fanno esempi, non annoiano. Concediti un po’ di tempo per ascoltare e farti contagiare da queste persone, fallo pianificando l’ascolto di un podcast o la visione di un documentario. Non lasciar cadere nel dimenticatoio questa eventualità, per concretizzarla puoi programmarla in una data precisa e farla rientrare nella tua organizzazione del piano di studio.
Questo consiglio ci permette di riagganciarci all’ultimo punto fondamentale: l’organizzazione, appunto.
Organizzare lo studio per studiare materie difficili
Spesso è la confusione e la disorganizzazione a peggiorare la situazione. Quando dobbiamo studiare qualcosa che non ci piace e per giunta non sappiamo da dove iniziare e come fare è normale sentirsi ancora più svogliati e con la voglia di scappare a centinaia di chilometri di distanza da una scrivania piena di libri e di appunti e da giornate che si prospettano dense di impegni sconclusionati senza alcuna percezione di avere almeno un minuto libero per riposare.
Il primo errore, l’errore supremo che tutti commettono è quello di studiare senza pause, di filato. Gli studenti che applicano questa strategia li riconosci dalle occhiaie segnate e dai capelli sparati. La mente di questi studenti è seriamente provata, chiusa in sé stessa, oppure altrove, in qualsiasi altro luogo ma non dove dovrebbe essere: concentrata sui capitoli del libro in programma per l’esame.
Noi siamo fan sfegatati della tecnica del pomodoro e ne abbiamo parlato centinaia di volte. Per non ripeterci evitiamo di farlo un’altra volta ancora ma ribadiamo uno dei concetti fondamentali di questa tecnica di studio: alternare con precisione fasi di studio e di riposo. È molto importante stabilire un tempo per studiare e uno per staccare. Questo stratagemma ha due vantaggi: sapere che ci si deve impegnare per un lasso di tempo limitato contribuisce a motivarci a svolgere l’attività che ci spetta. Della serie “adesso mi metto e studio, tanto tra trenta minuti mi prendo cinque minuti di pausa”. L’altro vantaggio è proprio cognitivo. La mente si concentra a fasi che subiscono dei picchi di attività e inattività. Sarà disposta a concentrarsi, ma dopo un certo tot di tempo è normale che l’attenzione, la capacità di comprensione e di concentrazione calano. Darsi la possibilità di fare una pausa mantiene il ritmo sempre attivo e produttivo, senza farci esaurire tutta la riserva di energia.
Questi erano i nostri suggerimenti, scaturiti dalla nostra esperienza nel campo della formazione e dalla nostra frequentazione di studenti che nel corso della loro carriera universitaria hanno dovuto affrontare momenti difficili e sfide. Ognuno di loro ha trovato le proprie strategie per studiare, fare esami difficili, superare l’ostacolo del disinteresse e della pigrizia nello studio.
Abbiamo attinto dalla loro esperienza. Speriamo che possa esserti utile a vivere al meglio anche i momenti che apparentemente sembrano da evitare.
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